lunedì 3 aprile 2017

L'etica falsificata

Inizialmente questo sarebbe dovuto essere un semplice post di facebook. 
Poi però i pensieri hanno cominciato a sommarsi e le parole ad accumularsi, così alla fine ne è uscito un testo ben più lungo di quanto valga la pena pubblicare in una pagina personale. Molto meglio inserirlo nel blog, mi sono detta, perché partendo da un'esperienza personale (anche lavorativa) ne sono usciti importanti spunti di riflessione per quanti desiderino acquistare un cucciolo di razza, o un cucciolone già cresciuto, o addirittura stiano pensando di iniziare ad allevare.

Tra le tante foto scattate ma mai pubblicate c'è anche questa.

E se a suo tempo mi ero rifiutata di pubblicarla c'è un motivo: guardate che disastro c'è sul piano cucina. E si vede solo una parte della stanza, ma vi assicuro che il resto era, per quanto possibile, ancora peggio.
Ma a distanza di mesi questa è la foto che più di tutte rievoca un sacco di bei ricordi.
Come sapete, salvo la notte, i cuccioli erano praticamente sempre liberi con noi. E la parte migliore era il dopo cena, loro e nostra, perchè si scatenava letteralmente l'inferno. Tutti e sette (sei più la mamma) correvano come pazzi su e giù, ringhiando, abbaiando, mordicchiando. E c'era un tale casino che io e Alberto facevamo quasi fatica a capire cosa l'altro stava dicendo.
Ti sembrava quasi che la testa o la casa stessero per esplodere.

In realtà era tutto molto divertente, estremamente caotico, ma divertente. E ne è valsa la pena. Accidenti se ne è valsa la pena! Perché ora vedo 6 cuccioli che (comunque facilitati dalla genetica, sia per i due genitori sia in generale per la razza a cui appartengono) vivono con serenità le situazioni nuove, perché hanno una sicurezza di base a livello caratteriale che glielo permette.
Non so se sono riuscita a fare un buon lavoro in quei pochi mesi. Ma accidenti, lo posso dire con quel briciolo di autostima che ho, mi sono certamente presa la RESPONSABILITA' (prima e dopo) di una cucciolata che IO avevo deciso di mettere al mondo. Con tutto ciò che ne consegue, non solo le parti positive.
Non sono allevatrice, ma lavoro con gli allevatori, quindi permettetemi di dire che conosco relativamente bene questo mondo.
E mi girano le scatole tantissimo quando mi ritrovo in pensione cani pagati fior fior di quattrini (perchè teoricamente "superselezionati"), comprati da allevatori che si definiscono "il top", che non sanno stare al mondo. Non mi riferisco a semplice timidezza. Mi riferisco a disagio costante ed estrema diffidenza, se non addirittura paura. In razze, come certe da compagnia, in cui la diffidenza non dovrebbero neanche sapere cosa sia.
Lo so che autodefinirsi "cagnari" è brutto e difficile, ma definitevi "allevatori", punto. Se proprio dovete darvi un nome che non sia quello che vi affibbierei io...
E non sto sproloquiando su chissà quali concetti astratti.
La cosa è invece molto pratica: se vi avvicinate ad un cucciolo di un mese e mezzo e questo si schiaccia a terra spaventato, domandatevi se state facendo un buon lavoro.
Sarà che io passo il tempo ad autocriticarmi, domandandomi se ciò che sto facendo in quel dato momento sia giusto o sbagliato, e solitamente la risposta definitiva è "cretina, potevi fare meglio". E sarà per questo che mi è sempre difficile avere a che fare con gente che non accetta i propri errori e non riesce a cambiare strada.
Quindi ti rispondo io, sedicente allevatore etico.
No, stai facendo un lavoro schifoso. Perché quel cane che tu hai venduto, e grazie alla quale hai intascato una bella somma, ha creato e continua a creare piccoli e grandi disagi alla sua famiglia. Che per lui ha dovuto spendere ulteriori quattrini, e non pochi, per portarlo da tutta una serie di educatori (e anche qua ci sarebbe da scrivere un libro, su quanti si prendono il diplomino e iniziano subito a lavorare con cani altrui) per cercare di garantirgli un'esistenza più tranquilla e serena.

Questo è soprattutto uno sfogo personale. Sinceramente non saprei con certezza come risolvere il problema degli allevatori "che si credono etici e che lo sembrano ma non lo sono". E io non sono proprio nessuno per poter cambiare le cose. D'altronde c'è ancora molta gente che acquista cani nei negozi o su internet, quindi quello il finto allevatore etico è un problema ancora più difficile da sradicare, almeno per il momento.
E non credo che l'ENCI sia pronto a lavorare in questo senso. E non credo neppure che sia interessato a farlo.
Probabilmente l'acquirente dovrebbe interessarsi maggiormente al carattere dei genitori, e come ho già scritto in altri post, l'unico modo per poterlo verificare con certezza ed oggettività è il passaggio di almeno uno dei tanti test caratteriali che la cinofilia ufficiale mette a disposizione. Il CAE-1 per esempio, ma non solo. Esistono il TANC (di cui abbiamo parlato in questo articolo), il BH, ma anche istituito dallo CSEN c'è il Buon Cittadino a 4 zampe (BC4Z).
Quando compriamo una macchina ci informiamo moltissimo e confrontiamo non solo i vari modelli, ma ci rechiamo anche in più concessionarie. Perchè non dovremmo fare lo stesso con l'acquisto di un essere vivente? Nel 2017 i mezzi per informarsi con facilità ormai ci sono, e ci sono anche molti educatori che fanno consulenze pre-adozione. Sarebbe utile sfruttare queste opportunità per permetterci di portare a casa un compagno di vita che, si spera, resterà con noi per più di un decennio.
Purtroppo di furbi se ne trova ad ogni angolo, ma proprio per questo è necessario istruirsi il più possibile per evitare di farsi prendere per il naso.

Camilla

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